Eccedenze inutili


SAMUEL TAYLOR COLERIDGE

La Ballata del Vecchio Marinaio

“Iddio ti salvi, vecchio marinaio,
dai demoni che ti tormentano così!
Perché cambi espressione?” “Con la mia balestra
io l’Albatro abbattei”. (…)

Ed io avevo fatto una cosa infernale,
che ci avrebbe arrecato disgrazia:
fui da tutti dichiarato l’assassino dell’uccello
che faceva soffiare la brezza.
“Ah, sciagurato” dissero “Assassinare l’uccello
Che faceva soffiare la brezza!”.

Né fosco né rosso, come la testa di Dio,
sorse il sole glorioso:
fui allora dichiarato uccisore dell’uccello
che portava la nebbia e la foschìa.
“Bene”, mi dissero “uccidere tali uccelli
che portano la nebbia e la foschìa”.

La bella brezza soffiava, volava la bianca spuma,
una libera scia ci seguiva;
noi fummo i primi a spaccare
quel tacito mare.

La brezza cadde, caddero le vele:
fu triste, non poteva esserci cosa più triste;
e noi parlavamo soltanto per spezzare
il silenzio del mare!

Un grande uccello bianco accompagna la navigazione della nave, scendendo verso gli uomini per ricevere cibo. Un giorno un marinaio lo abbatte con la sua balestra, per puro capriccio. Inizialmente indicato come lo sciagurato uccisore di un uccello benefico, viene poi trasformato in benefattore, perché al contrario l’uccello sembra aver portato la nebbia. Ed ecco che d’improvviso, come punizione misteriosa, la nave entra in una terribile bonaccia, “la brezza cadde, caddero le vele”. Persi in mezzo all’Oceano, i marinai non hanno più la compagnia del grande albatro e non sanno come procedere.
Il grande uccello introduce novità nella piatta navigazione, è un richiamo ad un’altra dimensione, alla verticalità del volo, ad una eccedenza.

Ma se l’albatro non porta la brezza, pensano i marinai dopo la prima sorpresa, allora è inutile, può essere eliminato senza conseguenze.
Non è così. Deve esistere uno spazio di apparente inutilità, di risorse non completamente assorbite dalle occupazioni correnti. Sopprimere l’eccedenza conduce alla bonaccia, alla assenza di idee. L’eccedenza è vitale per innovare.

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Una risposta a Eccedenze inutili

  1. Romana ha detto:

    Credo che non esista un modo giusto di sbagliare, ma un modo “umano”, quello che noi riusciamo ad accettare da noi stessi e dagli altri. Oggi si cerca la perfezione e la sicurezza perchè dentro di noi sappiamo che non esiste l’una nè l’altra, cercare è comunque il “meglio” dell0uomo, e l’equilibrio delle cose si ricompone sempre da solo, anche se noi crediamo sian merito nostro.Anche la ballata di Coleridge è un monito al giudizio umano, ed all’accettazione che noi non siamo in grado di controllare tutto, ma tante cose dobbiamo accettarle, proprio come facevano i nostri antenati “primitivi”
    Romana Caloi

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